Capitolo settimo
ALTRE OPERE E CONTINUATORI
Il rotolo lungo delle quattro stagioni è sicuramente il capolavoro di Sesshū in stile shin; in esso è presente una grande varietà di motivi e di tipi di pennellate e forse per questa ragione fu conservato come un tesoro da Tōgan (1547-1618), continuatore dello stile di Sesshū, abile in questo genere anche se non dotato di eccessivo talento naturale, che dopo molti anni dalla morte del maestro si stabilirà nell’Unkoku-an e fonderà una scuola chiamata appunto Unkoku. Come abbiamo visto nel capitolo quinto, Sesshū si cimentava con successo anche in altre tecniche, ed ebbe vari discepoli che portarono avanti le diverse tradizioni pittoriche da lui introdotte in Giappone. Nonostante siano purtroppo pochissime le opere autenticate grazie alla firma dell’autore e a notizie indirette, rispetto a quella che possiamo immaginare fosse una sterminata produzione, quel poco che ci rimane è di tale bellezza e perfezione che ogni pezzo realizzato da Sesshū dimostra come egli possa essere annoverato tra i più grandi artisti del mondo, al pari di Michelangelo, Van Gogh o Monet; ritengo indispensabile pertanto fare una breve carrellata delle sue opere principali, per riuscire a delineare un quadro completo di questo artista così importante per la storia dell’arte giapponese.
Non accontentandosi di essere uno straordinario pittore, questo versatile gasō si cimentò con successo anche nella realizzazione di giardini in stile Zen, che, iniziando a diffondersi in Giappone proprio in epoca Ashikaga, erano una novità molto richiesta e di moda presso i contemporanei di Sesshū, che lo consideravano un’autorità nel settore in quanto aveva potuto ammirare i giardini cinesi: personalmente ho visitato i giardini attribuiti a Sesshū di Masuda e Yamaguchi e trovo che siano molto belli, anche se non paragonabili a molti di quelli realizzati da altri in epoche successive; in particolar modo a Kyoto, Kanazawa ed Okayama ce ne sono di meravigliosi, giustamente famosi in tutto il mondo. Chiacchierando con una guida che parlava inglese ho scoperto inoltre che, non esistendo certezze ma solo qualche fonte indiretta riguardo agli autori dei più antichi esempi di questo genere di opera d’arte, in tutto il Giappone ci sono moltissime città che millantano di possedere giardini realizzati da grandi artisti o monaci.
Come accennato nel capitolo quinto, non ci sono opere giovanili autografe di Sesshū dalle quali sia possibile ricostruire con precisione il suo percorso formativo; va detto però che esiste un cospicuo numero di pitture firmate da un certo Sessō che gli studiosi ritengono essere le opere giovanili di Sesshū.
[1] Cfr. catalogo della mostra Sesshū, master of ink and brush: 500 anniversary exhibition, ed. Tokyo National museum, 2002.